Terribbol

Racconto piacevole, non eccezionale ma piacevole. Un po’ storico, un po’ commedia, solo alla fine diventa spy story. Sicuramente un inno all’essere British. Il protagonista Thomas Foley è una spia controvoglia, un dipendente pubblico che nella sua vita subisce le situazioni sia in famoglia sia in ambito lavorativo. Si trova catapultato in Belgio a lavorare all’Expo del 1958 e conosce più gente in 4 mesi che in tutta la sua vita. Diversi i personaggi coinvolti ma nessuno realmente appassionante. Forse i più divertenti sono le due spie che sfiancano la vita al povero Thomas, mai padrone del proprio destino e sempre abbastanza goffo. L’intrigo arriva solo alla fine risolto in maniera direi brillante ma piuttosto frettolosa confermando il fatto che Thomas Foley forse è più un Mr Bean che un James Bond.

Vecchio libro di Follet che ho deciso di leggere perchè amo i racconti sul nazismo e che scorre abbastanza veloce grazie all’interessante ambientazione dell’Egitto della seconda guerra mondiale. Inglesi contro tedeschi (Rommel la volpe del deserto coinvolto nel racconto) con gli egiziani a fare da ago della bilancia. William Vandam contro Alexander Wolff, quasi una sfida da Street Fighter. Follett sembra quasi tifare per entrambi e solo alla fine fa la scelta più “comoda” schierandosi con l’ufficiale inglese. Decisamente molto più interessante il personaggio del perverso e godereccjo Wolff, grande spia mezza tedesco e mezza egiziana, che vale almeno il 70% del libro: peccato che alla fine sia tutto un po’ frettoloso (anche un po’ banale?) e che Wolff sembra se la faccia un pochino sotto rivelandosi meno spietato di quanto mi sarei aspettato, aiutando Vandam a salvare amore, famiglia e mondo intero. Forse perchè tutto sommato il “cattivo” non doveva essere Wolff? Va be’, ma vissero tutti felici e contenti, con le piramidi sullo sfondo.

Solita grande opera di Follett che conclude la Century Trilogy. Storicamente ineccepibile, è un’opera sicuramente maestosa che abbraccia un’era e il mondo intero. Ma alla fine, mi sono chiesto, cosa mi è rimasto? Pochino, ho realizzato. Una miriade di personaggi che si incrociano tra loro e “sbattono” contro le più grosse personalitá delle varie epoche. Ma di realmente emozionante e nuovo combinano poco. Dialoghi mooolto banali, sesso ad ogni occasione e la brutta sensazione che i vari George, Dimka, David etc siamo sempre la stessa persona, solo con passaporto diverso. Lunga vita a Follett per carità, ma ammetto che dopo 1200 pagine ne ho avuto abbastanza.

Storia interessante sull’indebitamento studentesco americano per frequentare più o meno prestigiose universitá. Solita buona descrizione del gruppo dei personaggi, forse un pochino esasperata per 2/3 del libro e con un’ultima parte che corre troppo verso una conclusione frettolosa. Peró al solito Grisham non mi ha lasciato deluso, seppure non con il suo miglior lavoro.

Libro veloce e divertente, un Grisham meno “thrilleroso” ma che ho comunque apprezzato per una lettura estiva senza enormi pretese. Interessante l’ambientazione di Camino Island, la figura di Bruce Cable e la descrizione del mondo delle prime edizioni di libri che hanno fatto la storia della narrativa. Probabilmente leggeró anche il seguito (?) “L’Ultima Storia”

Romanzo che mi è stato regalato, che ho terminato abbastanza velocemente ma che non mi ha emozionato per nulla. Era il primo romanzo che leggevo con Bosch protagonista ma sinceramente non credo ne leggeró altri: mi è parso un detective normale, che dialoga in maniera banale in un mondo poliziesco altamente stereotipato fatto di caffè, grandi giri in auto per Los Angeles, la solita recluta fenomeno e superiori incazzarecci a cui rispondere. Se a questo aggiungiamo che il nostro Bosch è pure prossimo alla pensione la “normalità” è all’apice. Insomma non mi ha preso per nulla la voglia di leggermi gli altri episodi di Bosch (forse proveró a vedermi la serie al più). Sulla trama: ci sono due storie parallele abbastanza interessanti ma che tutto sommato non si incrociano, di cui una collegata più alla detective giovane e l’altra sui cui Bosch punta molto per far crescere la collega. Ma entrambe le indagini non appassionano, ci si trova sballottolati da una all’altra storia come un ping pong. Sembra insomma proprio un romanzo per mettere alla porta il personaggio di Bosch. Per quanto mi riguarda decisamente senza tanti rimpianti.