Nutro profondo rispetto e ammirazione per Yalom, sia come lettrice che come psicoterapeuta.
Sono rimasta infatti molto sorpresa dai sentimenti che mi ha suscitato questo libro: noia, diffidenza, sbadigli. Ho faticato a finirlo, e l'ho fatto solo ed esclusivamente per affetto nei confronti dell'autore.
Purtroppo, a differenza de La Cura Schopenhauer, i personaggi non mi hanno conquistata e anzi, alcune parti del libro mi hanno genuinamente infastidita. Ho colto, e condivido, che il lavoro terapeutico sia un lavoro di profonda umanità, coraggio e creatività, ma questo è un libro quasi privo di senso, a metà strada tra una revisione di casi clinici mal riuscita e un romanzo.
Peccato.