Che poi quando mi si chiede "cosa vuoi fare in un giorno come questo?!" in un giorno in cui la panoramica della cornice quotidiana è
Cielo di un grigio uniforme, monotonale e umidezza, di quella che rende il naso gelato rosso e umidiccio... per tutta risposta Il mio sorriso prende una piega alla maniera di rana su fiore di ninfea, attorno libri ed in mano un'intera biblioteca per cercare legami o divisioni, tra cose che si sententono ma non si riesce a tradurle in lineari pensieri e vorticano come satelliti nell'universo della tana accogliente che ci si è costruiti, stanando un autore che ti restituisce la gioia con parole che esprimono esattamente quel concetto che volevi esprimere tu, o ascoltare tu, o imparare tu ed incontri una maniera incantevole in un involucro a te congeniale.
Ora il mio naso ben riscaldato sta infilandosi in storia, geografia, narrativa e lingue straniere, sono in ferie, nella tana i 4 zampe sonnecchiano come pashà pasciutti, intorno profumo di sapone e borotalco, lo scialle di lana, gli occhiali segna-tempo appoggiati sull'ex naso ghiaccio ci sono, Moka gorgogliante camel blu morbide e posacenere in postazione ...e parta la mia risposta entusiasta alla domanda iniziale, gustosa ma mal posta:
" cosa potrei fare oggi? " Leggere una storia favolosa tutto un dritto e di gusto, tra una sigaretta caffè amaro col brunch già pronto...
il mio amato Dumas fa il resto riportandomi all'entusiasmo fanciullesco come solo lui sa fare.
Incipit:
"Correva l’anno di grazia 1162 e sul trono regnava Enrico II il Plantageneto. Due viaggiatori dai vestiti sporchi per il lungo cammino e dai volti segnati dalla fatica percorrevano, di sera, gli stretti sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham.
L’aria era fredda. Gli alberi, sui quali cominciavano a spuntare le prime foglie verdi, fremevano sferzati da un vento ancora invernale; una fitta nebbia calava sulla contrada, mentre gli ultimi raggi del sole si spegnevano in un orizzonte rosso di nubi. Presto il cielo si fece nero e raffiche sempre piú impetuose minacciavano una notte di tempesta."
Mi incanta la scrittura di Dumas, vorrei averlo in sposo nella mia prossima vita, chiedendogli in dote solamente il suo stile favoloso 3d in un perpetuo narrarmi.
Nessuno mi ha mai Incantata come lui, i suoi personaggi i suoi messaggi, e che le sue storie siano eccellenti o meno, lui mi riporta sempre li, anche di fronte al dubbio buio 'sei tu o non sei tu?' lampeggiano le mille luci del
Ti amo Dumas.