"Prima di leggere David Foster Wallace non credevo che la letteratura potesse ancora dare tanto" S.Bartezzaghi
Dare un voto in “stelline” a un libro come questo è una bella impresa…Leggere Foster Wallace non è mai una passeggiata: è faticoso, è a tratti davvero pesante, può arrivare ad essere sgradevole e con certi racconti si dilunga così tanto che cominci a sfogliare le pagine in avanti per vedere quante ne mancano alla fine…MA…ma il fatto è che scriveva, pace all’anima sua, maledettamente bene.
Il libro, come tutti i suoi scritti, ha uno stile logorroico e un eccesso di dettagli che può portare allo sfinimento, ma allo stesso tempo un’accuratezza descrittiva, una capacità di evocare sensazioni e di descrivere personaggi e atmosfere che non ho mai riscontrato in nessun altro romanzo o racconto.
Ciò non fa di lui il mio scrittore preferito, ma sicuramente un autore che mi incuriosisce e di cui vorrei leggere altro…perché ogni volta mi “pento” di aver scelto un suo libro ma allo stesso tempo ogni volta resto soddisfatta alla fine della lettura, sapendo di aver scelto dei pezzi di ottima scrittura.
La sensazione principale che avverto durante la lettura è quella di avere a che fare con una mente che ha dentro “troppe cose” e che non riesce a fermarsi e a tenerne un pochino per sé. So che lo scrittore si è ucciso ancora troppo giovane e, non so perché, non mi sorprende, ma mi dispiace. Perché pochi, davvero pochi, degli autori che ho letto hanno lo stesso suo dono di rendere sulla carta l’assoluta nitidezza di scene, personaggi e stati d’animo, nel bene e nel male.
...ContinuaWith this, you had trespassed all boundaries
You had no more motherfucking barriers to break in ink
And you had to break the big one
From Octet, you could not get any further and you knew
But I still wished you had written a word less
And had stayed