Impregnate di candido autobiografismo, le narrazioni brevi di Delfini sono come cani tenuti legati ad un guinzaglio corto: mai lasciate muoversi oltre una zona sicura di fantasticherie d'adolescenza, paure di maturità, fantasmi di infatuazioni di giovinezza, incompiutezze di ieri, oggi e domani, manie di sempre (tra le quali figura anche una certa, mal repressa, sociopatia), hanno poco a che spartire con l'autentica letteratura. Malgrado questo si leggono con piacere come tutto ciò che racconta di anime belle, ma deboli e fatue.
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