Cavazzoni, della nidiata Celati, tra i fondatori di una delle più belle riviste letterarie degli ultimi decenni (Il Semplice), scrittore di talento e di grande creatività, autore di racconti che hanno trasfigurato il campionario delle debolezze umane, dalla pazzia all'idiozia, e che hanno poetizzato l'assurdo e lo straniamento del quotidiano, in questo romanzo incornicia il suo mondo alienato all'interno di una biblioteca mostruosa (nel senso letterale del termine) nella quale il protagonista io narrante è alla ricerca di un indefinito testo, di un libro risolutivo che dovrebbe aiutarlo in modo determinante a superare un nuovo esame di maturità... Impossibile ricerca di un Graal introvabile, ricerca ostacolata dal custodi della biblioteca, personaggi bizzarrii, dispettosi e crudeli che ci riportano a certe figure minori dei romanzi di Kafka. Così come la biblioteca - carbonaia - topaia - estensione senza limiti, senza confini chiari, immersa nell'oscurità e nel sonno dei lettori, sfigurata dalle intemperanze burocratiche dei suoi direttori, sembra alludere al mondo infero. Opera di assoluto rilievo, compatta stilisticamente, ambiziosa più di altre dello stesso autore, ma senza tradire il godimento, che, lo si nota sempre, Cavazzoni sembra trarre dalla sua scrittura.