Sei malinconici, ma anche magici, beffardi e acuti viaggi in “vite alternative” (o “diverse” o “parallele”) attraverso le misteriose e inquietanti rifrazioni della memoria, del sogno, dell’incubo, della fantasia, della letteratura, della speranza, della nostalgia. In uno strano connubio che sembra mischiare insieme Edgar Allan Poe, Henry James e Dino Buzzati con la più raffinata narrativa per ragazzi – proiettata, in realtà, ben dentro all’età adulta –, Beatrice Solinas Donghi rivela qui una singolare maestria nel creare impalpabili stati di ansia e nel suscitare ricordi (anche mai avuti prima), trasalimenti e riflessioni in grado di metterci a diretto contatto con la complessità della vita, ma anche con la sua sorprendente ‘leggerezza’.