Leidenfrost T

Visitando uno dei tanti musei del Muro di Berlino si percepisce l'eroismo di chi si spese, con ogni mezzo, per aiutare i tedeschi dell'Est a fuggire a Ovest. Nel 1964, quando questo libro fu pubblicato, poco più di un anno dopo la costruzione del muro, fabbricare passaporti falsi per gli abitanti della DDR probabilmente non era ancora considerata un'opera benemerita e quindi la polizia ricercava i falsari e i falsari sparavano e ammazzavano per difendersi. Perciò mi ha destabilizzato trovarmi un "cattivo" che a posteriori si può considerare migliore dello spocchioso e noioso "buono", uno psicologo incastrato da un'organizzazione di falsari che è fin troppo rapido a trasformarsi in investigatore e giustiziere come un Bruce Willis d'antan. In generale il romanzo difetta anche di qualche cambio di ritmo. E' tutto troppo uniforme, scontato. Più che i capitoli del libro sembra scandito sulle righe di un foglio excel: tac: scoprono il cadavere; tac: la polizia investiga; tac: litigio con la fidanzata; tac: un altro morto.

Se capitasse in mano ad un produttore di Netflix ne potrebbbe nascere una serie da 30 stagioni, sicuramente meno stiracchiate della 4a e 5a di Lost. Il protagonista è uno psichiatra forense, che ha un'amante, una compagna ufficiale, che a sua volta ha un'amante chirurgo plastico, che a sua volta ha numerose altre amanti. Nell'arco temporale di una settimana accadono 4 efferati delitti compiuti da un serial killer, che viene scoperto dal protagonista che, nel frattempo risolve anche un vecchio problema dell'infanzia di un altro personaggio e sconfigge anche la propria dipendenza con la cocaina. Insomma, 500 ingredienti buttati nel calderone a fiamma altissima per soli 5 minuti. Neanche il tempo che la cipolla imbiondisse.

Questa autobiografia nasce come somma dei post del blog che Alessandro Gazzi ha iniziato a scrivere a metà della sua carriera per convivere e sconfiggere i suoi stati di depressione. Purtroppo non ci sono ne' editing ne' aggiunte rispetto alla forma del blog. E sopratutto le impressioni personali, le emozioni private non sono sviluppate. Gazzi ha vissuto il periodo di Calciopoli, ha subito un inchiesta per calcioscommesse, eppure solo poche righe descrivono il suo stato d'animo del periodo (di intuibile angoscia, tra l'altro). Questo libro, in fin dei conti, sembra scritto partendo dalla voce del calciatore su Wikipedia con qualche aggiunta degli stati d'animo del protagonista. Resta una capacità di linguaggio del giocatore superiore alla media, ma comunque sempre legata al vocabolario tipico del giornalismo sportivo, pomposo e a me ridicolo. dei

Chiunque abbia avuto un gatto in casa - ovvero, chiunque sia stato scelto da un gatto per convivere sotto il suo stesso tetto - riconoscerà i comportamenti tipici del micio che sono raccontati in questo ipotetico "manuale" per giovani gatti scritto da una gatta esperta. E' scritto in modo leggero e scorrevole, potrebbe piacere anche agli amanti dei cani, ma non aggiunge quasi nulla ne' dal punto di vista scientifico/etologico, ne' dal punto di vista narrativo/aneddotico.

Questa volta per me Asa ha toppato. Va ben che si è capito che questi thriller non sono veri thriller: c'è poca o nulla investigazione, ma tanta divagazione su altri contesti, sopratutto relazioni umane e cultura lappone, ma qui si è esagera. L'80% del romanzo è una serie di flashback che raccontano le storie pregresse dei personaggi nuovi che entrano in azione. Tra questi ho trovato abbastanza cringe, come si dice adesso, il racconto dello sfruttamento minerario dell' Africa centrale e la componente magica l'ho avvertita come una caduta di stile.