Maria Antonietta - per RFS .
«Sei nata femmina Isobel, e per questo il mondo cercherà di convincerti che non conti nulla. Cercherà di schiacciarti con la forza dei soprusi, ti confinerà ai margini, tenterà di piegarti sotto il peso della sofferenza. Ma proprio perché sei nata donna, il destino ti ha dotata di una grande forza e tu non dovrai soccombere mai, dovrai lottare per dimostrare che hai il tuo posto nel mondo e che non temi la sofferenza.»
Carissime fenici, se avete voglia di leggere uno spensierato romance storico, ma soprattutto scritto bene, ecco a voi il terzo libro sulle spose scozzesi della brava Barbara Riboni, dal titolo
Sposa del Signore. Lo stile dell’autrice è coinvolgente, pulito e sempre unico nel suo genere. Il Medioevo è un’epoca affascinante, che calamita sempre la mia attenzione nella scelta di un romanzo. Ho apprezzato particolarmente questa lettura per vari aspetti: la trama avvincente del matrimonio imposto è contornata da una serie di avvenimenti che ravvivano la narrazione, così come i molteplici personaggi secondari. Il riferimento storico a usi e costumi della Scozia medioevale mi ha sopraffatta, facendomi immergere ancor più nel contesto. Il libro è autoconclusivo, anche se si collega agli altri due della serie per vari aspetti e parentele. Nel primo,
Sposa per una notte, l’autrice ci ha deliziati con una protagonista che, da servetta, diventa una meravigliosa lady e sposa di un bellissimo laird scozzese. Nel secondo,
Sposa in fuga, c’è una rossa tutto pepe che fugge da un matrimonio combinato e che finisce in sposa, dopo mille peripezie, a Robert McDouglas. Questi, dopo anni di lontananza dal suo clan, rientra in possesso del ruolo che gli compete come laird, ma solo dopo aver sfrattato un lord inglese che si era appena insediato nella sua proprietà. Come si aggiustavano questi inconvenienti all’epoca? Perché non dare in moglie la cara sorellina con in dote una proprietà che fa gola al bel Sassenach? E chi se ne importa se la fanciulla è una monaca! Isobel McDouglas, il cui nome è già una scelta vincente perché è bellissimo, è una creatura angelica che vive come suora nel convento di Iona. La ragazza ha fattezze delicate e un carattere mite e altruista, soprattutto quando si prende cura degli orfanelli del convento. Richard Fitzroy è un valoroso condottiero inglese, più grande della ragazza e con il desiderio di mettere su casa e famiglia. Lui è un brav’uomo, mi è piaciuto subito per il carattere diplomatico che assume in tutte le situazioni. Prelevare la ragazza dal convento già è una bella impresa perché lei proprio non ne vuole sapere! Che fare allora? La negoziazione diventerà il suo alleato più fidato. A piccoli passi, Richard farà le conquiste più difficili che abbia mai fatto, senza armi ma con il cuore. La caratterizzazione dei personaggi è ben delineata e ho apprezzato ancor più la delicatezza con cui emergono certi approfondimenti caratteriali, dovuti alle varie vicissitudini della vita dei protagonisti. Gli argomenti trattati sono molti, dai soprusi che dovevano patire le donne in quel periodo, al problema degli orfani e delle responsabilità che aveva il laird di un clan.
Si stava innamorando di sua moglie e questo lo rendeva incapace di restare distaccato dall’intera faccenda spingendolo ad accogliere qualsiasi sua richiesta, mentre lei restava ferma sui bastioni dei suoi continui rifiuti.
La storia d’amore è un crescendo di emozioni, è un conoscersi e capirsi, è una scoperta meravigliosa di un qualcosa che entrambi i protagonisti non si sarebbero mai immaginati di provare. Ecco come la Riboni riesce a tessere un racconto lontano nel tempo, romantico ma anche pregno di brutture tipiche dell’epoca, descritto magicamente con la sua penna creativa e capace di emozionarmi sempre enormemente.
«Sto per baciarvi Isobel, e questa volta sarà un bacio diverso da quello che mi avete dato voi. Sarà il bacio di un uomo, sarà il sigillo del mio diritto su di voi e sarà la porta che vi aprirà un mondo che nemmeno immaginate.»